Sono passati
24 anni dalla disastrosa alluvione del novembre 1994, a seguito della quale
otto mesi dopo si è costituita l’Associazione dei volontari per la Protezione
Civile di Alessandria Orti Sicuro. Da allora molte cose sono cambiate. Come ha
scritto Piero Bottino nella sua rubrica domenicale “Posso sbagliarmi” su La
Stampa di domenica 11 novembre 2018 (riportata in prima pagina), la chiusura di
Orti Sicuro “non è una resa”, bensì la conseguenza del fatto che oggi “è un altro mondo”.
Nella
Relazione al Bilancio di Liquidazione, il vicepresidente Bruno Soro ha
ricordato i motivi che hanno indotto alla decisione assunta dall’Assemblea
straordinaria del 28 novembre 2018. In particolare, e dopo la chiusura di altre
benemerite Associazioni di volontariato come il Gruppo di Lavoro Alessandria
Nord (poi confluito nel Museo del Fiume), il fatto che Orti Sicuro ha dimezzato
i suoi Soci: alcuni sono mancati, altri si sono trasferiti altrove, e altri,
infine, specialmente da quando nel 2012 è stato attivato il sito internet,
hanno cessato di frequentare l’Associazione.
Come
testimonia l’impressionante numero dei visitatori (aumentato di oltre 25 mila
accessi nelle ultime giornate di pioggia), sul nostro sito, infatti, sono disponibili
(gratuitamente, non solo per i Soci, ma per quanti dispongono di un computer o di un
tablet con il quale collegarsi a internet), tutte le informazioni utili per
assumere i comportamenti di autotutela in occasione di eventi che possono
essere pericolosi per la sicurezza degli abitanti del Quartiere Orti e di tutto
il centro storico cittadino (come si evince dalla carta della pericolosità da
alluvione emanata con Direttiva dell’Autorità di Bacino D.Lgs 49/2010, sotto
riportata).
“Non una resa”, quindi, ma la conseguenza
del fatto che, da quel lontano 3 agosto 1995, oggi “è un altro mondo”.